La radio ha da poco compiuto 90 anni. Iniziò, infatti, la sua avventura nell’etere italiano nel 1925, con qualche anno di ritardo rispetto ad altre nazioni europee (e sì che il suo inventore era italiano!).
All’inizio non ebbe molta fortuna: dopo un tentativo di trasmettere un suo discorso dal Teatro Costanzi di Roma, Mussolini, offeso dal fatto che i pochi ascoltatori fossero stati molestati da un fitta sequela di scariche elettrostatiche, ebbe a dichiarare “Questa radio non funzionerà mai!”. Si ricredette in breve tempo e la radio divenne il più efficace mezzo per la propaganda del regime.
Ma ci vollero anni perché l’apparecchio – spesso grosso come un comò e pieno di misteriosissime valvole – facesse la sua apparizione nelle case degli Italiani. Permolti fu, per lungo tempo, un bene dilusso del tutto superfluo.Anche perché, in verità, all’inizio iprogrammatori avevano infarcito la programmazione di trasmissioni di sapore tutt’altro che popolare: tanta musica
classica, opera, teatro, conversazioni con grandi della Patria, dissertazioni di accademici e letterati…
Non stupisce che solo con l’abbattimento del costo degli apparecchi e con l’apertura a un prodotto più leggero gli IItaluiani cominciarono davvero a invaghirsene.
È della metà degli anni Trenta la brillante idea dei dirigenti dell’E.I.A.R. di dotarsi di orchestra ritmo-sinfoniche (oggi diremmo
leggere) e da subito divennero dei veri beniamini degl i I tal iani di ret tor i d’orchestra come Pippo Barzizza e Cinico Angelini. D’altra parte i nostri compatrioti di allora amavano tantissimo il ballo, specie quello moderno, il foxtrot, importato dall’America grazie alle orchestrine dei transatlantici che facevano spola tra l’Europa e il Nuovo Mondo.
Ma agli Italiani piaceva anche cantare e fu proprio grazie a dei concorsi per voci nuove dell’E.I.A.R. che venne inventata la figura del cantante leggero moderno: nomi come Allberto Rabagliati, il Trio
Lescano, Natalino Otto, Ernesto Bonino, Silvana Fioresi, Maria Jottini e tanti altri divennero i nuovi divi – insieme a quelli
del cinematografo – dei ragazzi di allora.
E le canzoni? Divertenti, orecchiabili, nella maggior par t e dei casi del tut to inoffensive alle orecchie della severacensura del tempo. I raffinati arrangiamenti swing e jazz conferivano loro una modernità molto apprezzata dai giovani, ma che faceva accapponare la pelle ai critici più parrucconi (la batteria e il sassofono venivano spesso definiti strumenti del diavolo!).
Non può certo passare inosservato un fenomeno: come mai molti di quei simpatici motoivetti avevano pe r protagonisti animali? Già, perché nella prolifica produzione della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta con ambientazione zoomorfa: il pinguino innamorato, il gatto in cantina, la canzone delle mosche,
Maramao perché sei morto, etc…
Fatta salva la tradizione millenaria della favola di Esopo, di Fedro e di tutti i loro epigoni più moderni, un’altra ragione era
da rintracciare nelle programmazioni cinematografiche di quegli anni, checominciarono a ospitare i primi cartonanimati di Walt Disney, le Silly Symphonies, da noi italianizzate in Sinfonie Allegre.
I programmi leggeri dell’EIAR intuirono immediatamente il grosso successo di questi cortometraggi animati e stimolarono autori, compositori e direttori delle orchestre a creare canzoncine in sintonia con quel mondo fantastico.
Questo spettacolo ha lo scopo di illustrare ai ragazzi e ai loro genitori i seguenti argomenti:
- l’invenzione e l’avvento nelle case degli italiani della radio
- l’arrivo in Europa dei nuovi suoni (swing e jazz)
- la storia di alcuni dei più prolifici autori del tempo
- la storia degli artisti più amati
Prezzi dello spettacolo: Prezzo unico € 15,00/ Ragazzi fino ai 18 anni €10,00 / Loggione €10,00