Finisce per A - Soliloquio tra Alfonsina Strada, unica donna al Giro d'Italia del 1924, e Gesù.
Teatro Titano
Sperimental(a)mente
  • Produzione Lady Godiva Teatro
  • Gabriele Tesauri
  • un progetto di Patrizia Bollini - Eugenio Sideri produzione Lady Godiva Teatro - Comune di Ravenna


Martedì 08 marzo 2016 - h. 21.00

Patrizia Bollini

Finisce per A - Soliloquio tra Alfonsina Strada, unica donna al Giro d'Italia del 1924, e Gesù.

di Eugenio Sideri
voce fuori campo Pierr Nosari
 

Alfonsina pedala, pedala veloce sulla sua bicicletta.
Poco importa se i capelli non sono lunghi e vaporosi ma corti, “alla maschietto”…
Poco importa se le gambe non sono lisce e snelle, ma tozze e muscolose…
Poco importa se tutti la prendono per “matta”…
Poco importa se viene vista come un fenomeno da baraccone…
Lei corre, sulla sua bicicletta, e pedala pedala pedala.
Facile a dirsi, oggi, di una donna che corre in bicicletta, ma meno facile 90 anni fa, precisamente nel 1924, quando Alfonsina Morini, maritata Strada, si iscrive e partecipa al Giro d’Italia. Prima ed unica donna  a farlo, in quel tempo. Uno scandalo, per quella “corriditrice” che tutti credevano volesse sfidare gli uomini, ‘i maschi’. Ma Alfonsina voleva solo volare sulle ruote, correre nel vento, arrampicarsi per le montagne. E “il diavolo in gonnella” lo fece. Per tutta la vita, perché per tutta la vita la sua grande passione per le due ruote continuò.


Quando Patrizia mi ha parlato, per la prima volta di Alfonsina, le ho visto gli occhi luccicare. Io sono un uomo, un ‘maschio’, e credo che non potrò mai capire fino in fondo cosa possa significare per una donna, specie in quegli anni, affrontare la società –seppur sportiva- dei ‘maschi’. E così ho provato a salire anche io sulla bicicletta delle parole, e a ripercorrere, insieme ad Alfonsina, il suo Giro d’Italia e le sue successive mirabolanti imprese che ne fecero un’eroina del tempo. E ho provato ad immaginare questa ragazza che, nella solitudine delle salite o nelle lunghe traversate delle pianure afose sulle strade sterrate, pedalasse e parlasse… parlasse per non sentire la fatica, per non ascoltare chi la osteggiava, per non smollare mai… ecco, avviasse un dialogo con Gesù. Si tratta di un Gesù nei ricordi del Catechismo, un Gesù che sta nel Cielo e nella Terra, nelle cose che la circondano, nel vento che le sbatte contro, nella pioggia che le serra gli occhi, nel sole che la acceca… un Gesù che, come lei, è stato condannato dalla legge dei ‘maschi’.  Non si tratta di una preghiera, ma di un vero e proprio soliloquio, parole dette nella mente, raccolte nelle gambe e animate dal respiro, affaticato ma felice, di chi non si è mai voluto arrendere.

Patrizia Bollini dà voce e corpo a questa incredibile pioniera dello sport femminile, meno nota della coetanea Ondina Valla, ma altrettanto importante nella storia dell’emancipazione sportiva –e sociale- delle Donne. Patrizia-Alfonsina si racconta, parlando con Gesù, attraverso una Via Crucis in bicicletta, attraverso le lunghe e faticosissime tappe del Giro d’Italia del 1924, e delle altre imprese, dando voce alle storie, agli aneddoti ma pure dando voce al primo marito –recluso e morto in manicomio- e alla madre, Virginia, massaia analfabeta della Bassa Emilia, madre di altri otto figli. Un avvincente monologo tra sudore e stati d’animo semplici e generosi.  Eugenio Sideri

BIO:

PATRIZIA BOLLINI  si è diplomata alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone e laureata in Sociologia all’Università “La Sapienza” di Roma.

Ha studiato con Nikolaj Karpov e Sergej Issaev (Russian Academy of Theatre Arts - GITIS), Mamadou Dioume, Pierre Byland, Renata Palminiello, Monica Francia, Danio Manfredini, Herns Duplan, Germana Giannini, Vittorio Franceschi.

Ha lavorato come attrice con il Teatro di Roma, il Teatro Stabile di Bologna-Arena del Sole, il Teatro Stabile di Genova, il Teatro di Leo, ETI, Katzenmacher, Teatro delle Moline, Nekamè/Ivano Marescotti, la Compagnia del Serraglio, il Mulino di Amleto e Jermyn Street Theatre of London.

Tra gli spettacoli: “Macbeth” con Michele Placido (regia Marco Bellocchio); “Piazza d’Italia”, “La Repubblica di un solo giorno” e “I porti del Mediterraneo” (regia Marco Baliani); “Come una rivista” (regia Leo De Berardinis); “Dignità autonome di prostituzione” (regia Luciano Melchionna); “Ubu scornacchiato” (regia Alfonso Santagata); “La resistibile ascesa di Arturo Ui” con Eros Pagni (regia Marco Sciaccaluga); “Arlecchino servitore di due padroni” e “Sei personaggi in cerca d’autore” (regia Nanni Garella); “Recital” con Ottavia Piccolo (regia N. Garella); “I fratelli Karamazov” (regia Renata Palminiello); “Parole d’onore” (regia Manuela Ruggiero); “BIT” (regia Marinella Manicardi); “La Maddalena lasciva e penitente” (regia Walter Pagliaro); “Zoowobinda” (regia Marco Cavicchioli); “Campanelli” (regia Maurizio Schmidt/Gianluca Reggiani); “Le sorelle Misericordia” (regia Gabriele Tesauri). E’ tra le fondatrici di Senza FissaDimora Teatro, vincitore del Bando E45 Napoli Fringe Festival con “Tre Sorelle-Stratigrafia di un Vuoto”; cura la regia di “Fermata non richiesta” di Donata Chiricò e di “Solo Dio lo sa” di Fabio Chiriatti (semifinalista Premio Scenario 2012; vincitore “Colpi di Genio 2013”).

Per il cinema e la televisione ha recitato in “Italian race” con Stefano Accorsi (regia Matteo Rovere), “Padri” con Massimo Venturiello, “Diritto di difesa” con Piera Degli Esposti, “Carabinieri” con Martina Colombari, Manuela Arcuri; nel cortometraggio “Un giorno ideale per i pescibanana” di Merini-Scagliarini, con Stefano Accorsi (vincitore Premio Iceberg 95), “Figure di passaggio” di D. Ciolfi (menzione speciale per l’interpretazione femminile al Fano Film Festival 97). Ha scritto e diretto il cortometraggio “Scalendo” (menzione speciale al FanoInternationalFilmFestival 2005). .


Prezzo biglietto singolo

 
* Posti a visibilità ridotta

Date dello spettacolo

Martedì 08 marzo 2016 - h. 21.00