Il Sessantotto raccontato da un "testimone non oculare" di quel periodo attraverso le testimonianze di chi invece l'ha vissuto da protagonista come leader del Movimento Studentesco. Giulio Casale, ieri poeta rock con gli Estra e oggi apprezzato artista di teatro-canzone, porta in scena la sua elaborazione drammaturgica ispirata all'omonimo libro di Mario Capanna. Puro linguaggio di evocazione dove un solo attore in scena - con la presenza discreta del musicista Carlo Cialdo Capelli - rievoca fatti, slanci, ideali, contraddizioni proprie di quegli anni. Una originale operazione culturale che alterna alla prosa i brani musicali più significativi di quel momento storico, che hanno contribuito a creare una coscienza collettiva: da Vian a Tenco, da De André a Guccini, a De Gregori , Gaber e altri. Lo scopo è quello di offrire una rievocazione dei fatti che hanno provocato una inversione di rotta sociale, culturale e politica,per ritrovare, come sostiene Giulio Casale, una consapevolezza unanime per uscire dall'angoscia e dalla disillusione nel futuro che attanaglia tutti noi. " Quarant'anni è il tempo storico giusto per fare una rivisitazione storica scevra da passioni e, guai a noi, pensare di poter ripetere il '68. Oggi occorre qualcosa di più e di meglio". (Mario Capanna)
