Pierino e il Lupo, per voce recitante e orchestra, op. 67, è una fiaba musicale per bambini che Prokofiev compose su proprio testo nel 1936, quasi a voler evadere, con un geniale gioco, dalle violente problematiche che imperversavano allora in Unione Sovietica sul ruolo e le funzioni della musica. Essa ha lo scopo non solo di divertire, ma anche di esercitare i ragazzi a riconoscere, attraverso il racconto, i vari strumenti dell’orchestra; infatti ciascun personaggio è rappresentato da un differente strumento e ha un suo tema conduttore. Quindi la favola di Pierino e il lupo fu concepita con un fine didascalico. I personaggi sono 7 e un’avvertenza dell’autore, in testa alla partitura, suggerisce: “Ognuno dei 7 personaggi del racconto è rappresentato da un diverso strumento: l’uccellino dal flauto, l’anitra dall’oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno dal fagotto, il lupo dai tre corni, Pierino dal quartetto d’archi e gli spari di fucile dei cacciatori dai timpani e dalla grancassa. Prima dell’esecuzione orchestrale è consigliabile mostrare ai bambini gli strumenti e suonare i singoli motivi: così i bambini durante l’esecuzione, impareranno a individuare il tipico timbro degli strumenti”. Come si nota l’unica parte senza particolare indicazione è quella del narratore. La parte più libera, la meno prevedibile: quella che, affidata alla libera creatività del singolo esecutore tendeva a modellare, secondo il suo carattere e il suo stile, lo stile, il carattere e la finalità dell’operina. La proposta di affidare l’interpretazione musicale a un gruppo poliedrico, dal punto di vista delle sonorità , come i Quintorigo rovescia decisamente questa impostazione. La forte personalità di ogni singolo musicista e la particolarità dell’inventiva e della tecnica musicale, tipica di questo gruppo, fa dello spettacolo un evento straordinario. La parte affidata alla “voce recitante” tuttavia non sarà da meno: Ivano Marescotti ha liberamente tradotto dal russo al dialetto romagnolo il testo di Prokofiev. La scelta di interpretare Pierino e il lupo in romagnolo (Pirèta e é lòpp) deriva dal fatto che la storia è talmente semplice che anche chi non afferra il dialetto è in grado di seguirla. Il linguaggio utilizzato quindi si trasforma anche in questo caso in una occasione sonora,musicale, alla pari degli altri strumenti. Una sorta di gramelot sonoro integrato perfettamente nella interpretazione jazz dei musicisti. Non si tratta dunque di una “voce”fuori campo recitante, l’attore offre qui una performance fisica coinvolgente, una sorta di cartone animato che spazia per tutto il palco e coinvolgendo i musicisti stessi nell’azione. Il divertimento per i piccoli è assicurato ma soprattutto gli adulti trarranno grande godimento da uno spettacolo di alto valore musicale e teatrale