MARIANGELA D'ABBRACCIO
"LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA"
Teatro Nuovo
    Mercoledì 04 maggio 2005 - h. 21.15

    MARIANGELA D'ABBRACCIO "LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA"

    di Tenesse Williams con LUIGI DIBERTI - ISA BARZIZZA e PAOLO GIOVANNUCCI traduzione di GERARDO GUERRIERI rielaborazione di GIORGIO ALBERTAZZI Scene ALESSANDRO CHITI Costumi MARIAROSARIA DONADIO Luci LUIGI ASCIONE Regia FRANCESCO TAVASSI CAUSA MORTE SANTO PADRE LO SPETTACOLO PREVISTO PER IL 03/04/2005 E' STATO RINVIATO.
     

    Una storia americana? Non solo. La gatta sul tetto che scotta è uno dei testi simbolo del teatro moderno, in gioco il tema dell'incomunicabilità nella famiglia, del pregiudizio, del mal di vivere, l'omosessualità come istinto da reprimere ed infine la malattia che abbrevia il tempo per chiarirsi, per dirsi quello che non ci siamo mai saputi dire, per affermare le differenze. Le differenze che in Williams affiorano come sempre, anche in questo testo, sottilmente, sfiorano le coscienze del pubblico benpensante, non solo per la presunta omosessualità del giovane Brick, ma anche per come è tracciato il sottile confine tra bene e male all'interno di una famiglia benestante tipo. Penso che ognuno ritrova fatti che ha incontrato tante volte, come l'avidità dei figli che sentendo avvicinarsi la morte del vecchio genitore, si affannano per accaparrarsi l'eredità con squallidi e complessi sotterfugi. Quasi come fenomeno naturale, un istinto primordiale e bestiale che, ad odore di morte, si scatena inesorabile. Immagino la scena attraverso i segni di una grande architettura moderna: pochi arredi simbolo di grandi designer, tracciano un ambiente impersonale, una elegante e sofisticata prigione bianca, dove le coscienze annegano inesorabilmente. Implacabili raggi di sole cocente l'attraversano non lasciando tregua al malessere esistenziale di ognuno. La casa come tempio della famiglia, museo della ricchezza, rappresenta il campo di battaglia dove si incrociano affetti ed egoismi di un nucleo formato da tre donne e tre uomini. Tempio nell' atto del passaggio tra passato presente e futuro. Mi colpisce osservare come questo dramma borghese contenga, mitigato dai dettami del vivere civile, lo schema delle grandi tragedie shakespeariane, fatto di re, regine, cospirazioni, di amletici malesseri esistenziali, di malintesi amorosi, tanto da spingermi a trattare questa messa in scena a anche in maniera epica, cosicchè attraverso la traduzione di Giorgio Albertazzi e la scena di Alessandro Chiti, unire alla potenza della parola, le geometrie dei percorsi, degli spazi, le pause ed i silenzi, i piani visivi in un montaggio drammaturgico più rivolto al disegno di una parabola emotiva, che ad una "comodità" logistica.


    Prezzo biglietto singolo

     
    * Posti a visibilità ridotta

    Date dello spettacolo

    Mercoledì 04 maggio 2005 - h. 21.15