L'uomo dal fiore in bocca
Teatro Nuovo
Programma Teatro Nuovo
  • Luca Baldini
  • Marion Damburgo
  • Gianluca Misiti
  • Gianni Pollini
  • Roberto Latini, adattamento e drammaturgia Sandro Lombardi
Martedì 05 aprile 2011 - h. 21.15

Compagnia Sandro Lombardi in

L'uomo dal fiore in bocca

di Luigi Pirandello
Sandro Lombardi, Roberto Latini
 

Periodicamente, Sandro Lombardi "incontra" attori o registi o coreografi con cui ama confrontarsi. Così è stato con David Riondino su Dante, con Massimo Verdastro su Bernhard, con Iaia Forte su Testori, con Virgilio Sieni su Pasolini. Ecco adesso, in vista di un Pirandello da allestire nel cortile del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, Roberto Latini che affiancherà Lombardi nel dar vita ai due protagonisti dell'Uomo dal fiore in bocca, per il quale curerà anche la regia, mentre la drammaturgia sarà dello stesso Lombardi. Per Sandro Lombardi è «una felice occasione di tornare a Pirandello dopo l’interpretazione di Cotrone risalente al 2007 nei Giganti della montagna. Pirandello venne considerato in vita più un filosofante che un artista, più un pensatore capace di inventare spietati grovigli psichici che un creatore di intrecci scenici. In realtà, in piena consonanza con i contemporanei rinnovatori del teatro (Appia, Craig, Cechov, Stanislawski, Reinhardt), Pirandello seppe dire una parola originale e unica. Nella sua 'stanza della tortura' (così Giovanni Macchia definisce felicemente il nucleo del teatro pirandelliano) si mettono a nudo gli esseri umani, i loro sogni, i desideri, le sconfitte, i rimorsi, le rivendicazioni impossibili o, come nel caso dell'Uomo dal fiore in bocca, il mistero della vita e della morte. “Una delle ragioni dell’attualità di Pirandello”, ha scritto Giovanni Macchia “sta anzitutto nell’aver affrontato la crisi del teatro e averne allontanato la distruzione”. Questa è l’eredità che lo scrittore e drammaturgo siciliano lascia a ogni uomo di teatro di oggi: raccogliere l’impegno ad affrontare la crisi del teatro (senza nascondersi dietro patetiche quanto illusorie finzioni che questa crisi non ci sia), e allontanarne la distruzione. La vitalità del testo sta nel lasciarne germinare la poesia proprio a partire dalla consapevolezza della sua fragilità, e della fragilità degli esseri umani che al teatro dedicano la vita». Scrive Latini: «La storia, molto semplice, di un incontro tra due personaggi negli spazi notturni del caffè di una stazione, ha la forza tutta pirandelliana di alcune immagini capaci di staccarsi dalla pagina scritta per mettersi a disposizione della recitazione. Pirandello invita gli attori di continuo. Scrive con la sapienza di parole che s’accompagnano tra suono e senso, che hanno un tempo “interno” e uno “esterno”: frasi che possono condurre il contesto e determinare lo spazio scenico e altre che sono invece in grado di mettersi a disposizione del progetto registico. Abbiamo scelto di confrontarci condividendo i dubbi prima ancora di ogni certezza. Abbiamo costruito una relazione scenica e poi una dimensione drammaturgica che ci desse la possibilità di giocare seriamente al teatro innanzitutto e fino a Pirandello, coinvolgendo l’autore nel nostro incontro attraverso i personaggi del “pacifico avventore” e dell' "uomo dal fiore in bocca”. Abbiamo scelto una distanza dal testo e dal contesto che potesse far risaltare meglio quanto crediamo l’autore volesse dire o non tacere, quanto Pirandello crediamo potesse sperare. Non siamo strumenti, ma parte di almeno un’occasione che viene dall’incontro: dal dialogo tra me e Sandro Lombardi, dal nostro stesso con Pirandello, da quello dei personaggi e da quanto proponiamo dal palcoscenico e in relazione al pubblico presente


Prezzo biglietto singolo

 
* Posti a visibilità ridotta

Date dello spettacolo

Martedì 05 aprile 2011 - h. 21.15