"E' bene subito dire quello che non abbiamo voluto fare:non abbiamo voluto aggiungere l'ennesima rivisitazione di Carmen a una lista di lunghezza leporelliana. Carmen ci è apparsa piuttosto come l'origine di un pensiero musicale ed insieme spettacolare: gesti sonori forti che sono luce e ombra ad un tempo, e non lasciano spazio alle sfumature. Pur sotto la nostra supervisione musicale, tutti coloro che hanno preso parte al lavoro sono stati lasciati liberi di rileggere musica e trama. Per questo ci siamo avvalsi della grande esperienza di un sound designer come Damiano Meacci e al tempo stesso abbiamo spronato tutti i compositori che hanno collaborato con noi a cercare una sorta di multimedialità sonora, che non fosse riconducibile a questo o a quello degli stili dell'elettronica moderna. Il risultato finale è un lavoro ricco e imprevedibile dal punto di vista sonoro, ritmicamente incalzante e timbricamente spesso fuorviante, ma mai eclettico. Sintetizzatori, virtual instruments, fusioni analogico-digitali, questo il mondo sonoro della nostra Carmen. La danza costituisce l'altro fil rouge che riconduce all'originale, per poi dipanarlo e allontanarsene. E' una danza hip hop ma non solo: è contemporanea, è break, è, così come l'universo sonoro di cui abbiamo parlato, altrettanto poli-idiomatica, tanto nel movimento del singolo, quanto in quello dei gruppi". (Fabrizio Festa e Riccardo Puglisi)
