Libri da ardere sono quelli che gradualmente alimentano la stufa in un inverno freddissimo in una casa ormai vuota perché ogni cosa è stata bruciata per produrre un po' di calore, dove convivono un illustre professore di letteratura, il suo assistente e un'allieva. L'ambientazione è da fine del mondo: una città in guerra, da due anni sotto le bombe e colpita dal gelo. Durante la forzata convivenza, nella stanza ingombra di libri, innescano un sottile giuoco intellettuale, un complicato "distinguo" tra buona e cattiva letteratura e prendono forma domande paradossali: se c'è la guerra, a che servono i libri? Quando si ha freddo ha senso bruciare i libri per scaldarsi? E la sessualità , in condizioni disperate, non può essere un mezzo per prendere ed infondere calore? E' intorno a questi quesiti che si sviluppa un dramma il cui unico scopo sembra consistere nel denudamento della più segreta natura umana. Amélie Nothomb , scrittrice di culto alla sua unica opera teatrale, ce lo lascia scoprire gradualmente, usando la suspence psicologica, lavorando su un doppio registro .Da una parte la cinica e divertente ironia veicolata dal personaggio del professore, uno strepitoso Elio De Capitani, dall'altra il crollo di un sogno incarnato da una giovane autodistruttiva, la bravissima Elena Russo Arman. Un periscopio crudele puntato sulla crudeltà di oggi. Una parabola su un bene irrinunciabile: la capacità di ricordare, raccontare, e immaginare insieme ad altri esseri umani.