Hey dude,let's stick around a big longer this time: un'atmosfera di fine estate, quando ormai le vacanze sono finite ed è tempo di tornare a casa. Black humor, una buona dose di crudeltà e una collezione di video games. Con empatia e sorpresa, giocando con cliché narrativi, la pièce investiga l'identità giovanile, attraverso uno sguardo disincantato e volutamente adolescenziale, impregnato di cultura pop e di senso di noia. La compagnia Wee inaugura un nuovo ciclo di spettacoli che dedica all'investigazione del concetto di consapevolezza, con particolare curiosità sul come i differenti livelli di comunicazione - visuale, sonora e, in generale, sinestetica - si sedimentino nella nostra percezione. Lo spettacolo - che vede continuare la fertile collaborazione tra il coreografo Francesco Scavetta e il compositore Luigi Ceccarelli - è un mix di danza, testo e musica elettronica che, attraverso la prossimità nella visione, crea empatia e, al tempo stesso, spaesamento attraverso la costante decostruzione della struttura narrativa. La musica ha come elemento fondamentale l'elaborazione digitale del violino elettrico suonato dal vivo da Diego Conti, che diviene un multiforme generatore di nuove sonorità al tempo stesso arcaiche ed elettroniche. Ad essa si aggiungono i suoni della scena e dei video, naturali o sintetici, che vengono rielaborati e riproposti come fossero filtrati dalla percezione dei personaggi.