Ispirato all'omonimo bellissimo racconto di Gustave Flaubert (soggetto anche di un film del 1977 sceneggiato da Zavattini) l'adattamento teatrale di un giovane autore, Luca Bei, è una partitura per voce sola scritta per Maria Paiato, interprete di grande sensibilità e vincitrice di numerosi premi come migliore attrice - tra cui il premio Ubu - già affermata in ruoli di rilievo nonostante l'ancora verde età, capace di infondere verità e concretezza ad ogni suo personaggio. Al centro della pièce la figura di Félicité, una istintiva, docile, fantasiosa, spirituale e ingenua domestica; un'esistenza scandita dal lavoro, senza grandi eventi né accadimenti particolari. Le vicende di una donna dedita, da bambina ad adulta, all'amore degli altri, padroni o parenti che siano. Una vita costellata di lutti e abusi. Il testo si dispone nella forma di un dialogo che Félicité svolge con se stessa, ricordando i punti nodali della sua sofferta esistenza. Dopo cinquant'anni di servizio presso la ricca vedova Aubain, Félicité prepara e mette in scena la propria morte, attraverso un delirio mistico e visionario in cui Loulou, il suo pappagallo impagliato, si trasforma nello Spirito Santo. Voce e mimica hanno la capacità di creare, senza il supporto di figure fisiche, immagini plastiche di suggestiva evidenza. Félicité pulsa di vita vera, mostrando l'intero campionario della sua povera biografia, ponendoci di fronte all'Umiltà, alla Purezza, alla Passione: qualità nobili che, quasi per un miracolo, il personaggio e l'interprete danno l'impressione di poter condividere.
