Donna di Porto Pim è il racconto che dà il titolo a un testo di Tabucchi dalla struttura singolare: un ‘arabesco’, dove il cuore dell’opera (il testo omonimo), decentrato rispetto alla composizione d’insieme, pulsa in virtù dell’afflusso di molteplici frammenti che ne illuminano la sostanza. Una luce ‘d’ombra’, nel caso della trasposizione scenica di Fabrizio Montecchi. L’ombra – territorio privilegiato della pluridecennale attività della compagnia Teatro Gioco VIta – si rivela il mezzo più congruo a tradurre la dimensione pulsionale e notturna di questo canto d’amore, di balene e di morte